snuntipook Inviato 1 Ottobre 2010 Condividi Inviato 1 Ottobre 2010 21 settembre 2010 «Usa: più lettere, meno tecnica» «Sbagliato puntare tutto sul nozionismo pratico trascurando le scienze umane». Parla la filosofa statunitense Martha Nussbaum di Elena Molinari (Avvenire.it) Società complesse e globali richiedono uÂna preparazione complessa e articolata, soprattutto se vuole coltivare nei propri cittadini tolleÂranza, comprensione e democrazia. Eccessiva meÂmorizzazione, scarso uso della lettura per insegnare a pensare e accettazione passiva del contenuto dei libri di testo sono tutti neÂmici di questo processo. Così come lo è trascurare storia, letteratura e filosoÂfia a scapito di nozioni tecniche finalizzate al massiÂmo rendimento professioÂnale. La posizione pedagoÂgica di Martha Nussbaum, filosofa statunitense e doÂcente di Legge ed etica all’Università di Chicago, non si allontanano di molÂto dalla tradizione liberal americana, che ha in odio il nozionismo passivo e aÂborre un’eccessiva enfasi sulle scienze a scapito delÂle arti. Nel suo libro Not for profit. Why democracy needs the humanities (Princeton University Press), la Nussbaum però porta l’argomento un pasÂso più in là . Teme che l’eÂstrema importanza attriÂbuita a test ed esami per misurare il rendimento scolastico nella maggior parte dei Paesi democratici stia preparando una geneÂrazione mentalmente chiusa e non in grado di afÂfrontare i problemi filosofiÂci e politici del suo tempo. A suo dire, «il futuro delle democrazie mondiali sta nel ritrovare l’equilibrio». Professoressa Nussbaum, cosa manca nell’istruzioÂne dei ragazzi di oggi? àˆ un problema di contenuti o di metodo? «Il contenuto è importanÂte: tutti i giovani dovrebbeÂro apprendere gli elementi di base della storia del mondo e delle religioni, così come dovrebbero saÂpere come funziona l’ecoÂnomia globale. Ma è la peÂdagogia a insegnare loro capacità fondamentali coÂme quella di discutere qualsiasi argomento con mente aperta e critica, e di mettersi nei panni altrui con spirito empatico. QueÂste non possono essere inÂsegnate attraverso una peÂdagogia che vede gli stuÂdenti come contenitori passivi da riempire di fatti. Devono invece essere eserÂcitate attraverso un inseÂgnamento attivo e dialogiÂco, di tipo socratico». Le scienze umane a suo parere oggi vengono traÂscurate perché non consiÂderate necessarie o perché si perdono nella necessità di insegnare dell’altro? Â«àˆ la concentrazione sul bisogno di accumulare 'capacità ' piuttosto che cultura in nome del profitÂto economico che spinge emarginare le scienze umane. Non è un caso, è un piano preciso». Qual è la conseguenza principale della trascuraÂtezza delle materie umaÂnistiche nelle scuole? «Gli studenti non sviluppaÂno capacità fondamentali per la salute di ogni nazioÂne democratica ed essenÂziali per la comunità monÂdiale: criticare la tradizione e l’autorità , pensaÂre come cittadini del mondo e imÂmaginare le condiÂzioni di vita di perÂsone di razze, reliÂgioni e nazionalità diverse». Che modello di inÂsegnamento proÂpone? «Possiamo imparaÂre dai grandi eduÂcatori del passato, come Friedrich Froebel, John Dewey, e Rabindranath TaÂgore. Ma i loro insegnaÂmenti devono essere traÂdotti nel mondo d’oggi». Come Barack Obama ha fatto notare più di una volta, il sistema scolastico americano deve produrre professionisti in grado di competere con ingegneri cinesi o programmatori indiani, cresciuti in un ambiente finalizzato al rendimento economico. Insegnare lettere e arti può aiutare in questa competizione? «In realtà anche la Cina ha scoperto che anche se lo scopo è solo potenziare la crescita economica, inseÂgnare nozioni da ripetere ciecamente non produce buoni risultati. E ha introÂdotto una riforma del siÂstema scolastico tesa a enÂfatizzare la creatività e l’inÂnovazione, dove c’è un maggiore spazio per le arti e il dibattito critico – purÂché non vada a toccare arÂgomenti politici. E la magÂgior parte delle scuole di business negli Usa sa da tempo che le scienze umaÂne sono essenziali per inÂsegnare la flessibilità e l’aÂdattabilità ». Ci sono Paesi che eccelloÂno nell’insegnamento che propone? «I college e le università aÂmericani vanno abbastanÂza bene, grazie alla radicaÂta tradizione liberal nell’insegnamento e all’indiÂpendenza di queste istituÂzioni dalla politica e dai governi, oltre ai loro legaÂmi con il mondo delle fonÂdazioni provate. La Corea ha un ottimo sistema. Ma quanto alle scuole elementari, medie e soprattutto superiori, le condizioni non sono buone nella maggior parte dei Paesi democratici». Lei ha scritto che un’istruÂzione equilibrata deve inÂsegnare a vedere gli altri come 'anime' piuttosto che come mezzi utili al proprio avanzamento. Non è esattamente il conÂtrario di quello che s’impara usando siti di networking sociale, dove le altre persone sono struÂmenti per costruire il proÂprio status in società ? «Mi disturba molto il moÂdo in cui internet induce a trattare le persone come cose. Sto per pubblicare uÂna collezione di saggi sul tema: 'Internet offensiva: libertà di parola, privacy e reputazione' in cui esploÂro con un collega possibili rimedi legali al problema. Uno può essere rendere i siti internet responsabili del loro contenuto, anche dei commenti. Se un giornale pubblica una lettera che contiene insulti e menzogne diffamatorie, può essere querelato. Un sito no. Ma anche la scuola ha un ruolo importante nel discutere gli effetti di internet». Qual è lo scopo finale di un’educazione liberale e umanistica: creare un inÂdividuo completo ed equiÂlibrato o un buon cittadiÂno che si impegni a favore della giustizia sociale? «Entrambe le cose. Io mi concentro però sul concetÂto di cittadinanza, perché credo che sia qualcosa su cui tutti si possono trovare d’accordo». «Avvenire» del 21 settembre 2010 Dopo che avete letto quest'intervista scrivete le ragioni per cui la filosofia americana ritiene importante lo studio umanistico nella formazione degli studenti. E poi esprimete sulle basi delle vostre esperienze e dei vostri obbiettivi di vita la vostra opinione al riguardo... Secondo voi è importante studiare cose che nel campo del lavoro che vogliamo intraprendere non servano a nulla e per colpa di queste materia ci bocciano? Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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