Android è un sistema operativo molto versatile, ma i produttori vogliono che l'utente si comporti come tale e non gli danno i permessi di amministrazione sul proprio dispositivo. Perchè?
Il root è per convenzione l'utente amministratore sulle macchine Unix/Linux, quello che può gestire appieno il funzionamento della macchina e può mettere mano ai file di sistema.
Se l'utente non sa quello che sta facendo, con dei permessi simili potrebbe anche rimuovere dei file indispensabili per il corretto funzionamento del sistema, e niente potrebbe impedirglielo.
È quindi evidente la motivazione per cui i produttori non concedono volentieri i permessi di root ai propri clienti: in caso di danni, si rivolgerebbero a loro... e questo non è conveniente.
Per questo, chi vuole acquisire i permessi di root sul proprio terminale deve prendere atto che per qualsiasi danno a livello di sistema, potrà contare solo su sè stesso e sull'aiuto delle svariate comunità di appassionati per ripristinare le funzionalità del proprio telefono. E questo è giusto.
Per quale motivo dovremmo voler rootare il nostro terminale?
A parte il fatto di voler assumere il pieno controllo sul dispositivo quali possessori della macchina... il root ha un gran numero di vantaggi.
Quante volte avete acquistato un telefono e vi siete trovati preinstallate una quantità di applicazioni indesiderate, messe lì dal produttore... che rimangono aperte in background, mangiando risorse e affaticando la già limitata batteria?
Con il root potete rimuovere le applicazioni indesiderate installate dal produttore..
I più attenti si saranno accorti che tantissime applicazioni (in special modo quelle gratuite) chiedono accesso a funzionalità che non gli servono per erogarvi il servizio richiesto, ma che servono allo sviluppatore a rimpinguare i suoi database con i dati personali degli utilizzatori... (e qui sarebbe da aprire una parentesi sul valore delle informazioni su internet, ma si andrebbe troppo OT).
Con il root, potete negare permessi alle app, tramite procedure apposite.
Avete magari comprato un telefono che è il top della gamma che il mercato vi mette a disposizione, ma vi rendete conto di quanto il sistema operativo personalizzato dal produttore faccia inevitabilmente schifo rispetto all'Android stock che avete provato su un Nexus o su un telefono cinese top gamma.
Normalmente, l'utente si adatta e impara a farsi piacere la nuova interfaccia... ma se sui computer siamo in grado da tempo di installare diversi sistemi operativi, a nostra discrezione, su misura per le nostre esigenze... perchè mai non dovremmo essere in grado di farlo sui telefoni, che ormai sono diventati dei veri e propri PC da taschino?
Con il root, è possibile seguire procedure che permettono all'utente di cambiare il sistema operativo.
Oppure avete in corpo la rabbia di aver appena scoperto che il produttore del vostro telefono ha deciso di abbandonare lo sviluppo di aggiornamenti di sistema compatibili con il vostro telefono... anche se in realtà sapete che ne sarebbe in grado, perchè magari altri produttori che hanno telefoni con caratteristiche simili al vostro portano ancora avanti i lavori sul software, e continuano a fornire aggiornamenti ai loro clienti...
Con il root, potete decidere di liberarvi dalla dipendenza dagli aggiornamenti del produttore, e collaborare con la comunità che quasi sicuramente ha portato avanti lo sviluppo e fornisce aggiornamenti con frequenza addirittura giornaliera... di un sistema più veloce e che consuma meno batteria.
Questi sono solo alcuni dei vantaggi che il root porta con sè.
In pratica, ho solo scalfitto la superficie di quello che è il modding su Android.
Ma passiamo alla parte operativa.
Ora che sappiamo il "perchè", dobbiamo scoprire il "come".
Dalla nascita di Android, gli utenti hanno sfruttato falle (exploit) del sistema per scalare i permessi fino ad arrivare a prendere il controllo sui dispositivi.
Molte volte le falle erano a livello di Android puro, e non riguardavano le implementazioni dei vari produttori.
Esattamente come avviene sulle console, lo scopo è quello di sfruttare dei problemi del sistema per installare modifiche (software) non autorizzate.
Siccome le modifiche portano vantaggi anche agli utenti meno esperti, hacker e appassionati che lavorano sulle falle spesso fanno in modo che le loro scoperte siano sfruttabili tramite tool semplificati, spesso sotto forma di semplici programmi .apk da installare ed avviare.
Uno di questi, recentemente pubblicato, è Framaroot, che non richiede smanettamenti vari sul PC.
Si infila l'apk nella memoria del telefono, si installa... e si esegue.
Se la falla è presente, il root sarà servito in pochi attimi.
[Warning]Il root in sè non è una procedura pericolosa, ma diverse aziende si rifiutano di riconoscere la garanzia ai dispositivi rootati, dato che il root mette l'utente nella situazione di poter mettere mano (e persino danneggiare) il software. Il ripristino di telefoni senza software è una spesa che alcune aziende non intendono sostenere.
Quindi, se volete rootare il telefono e ci tenete alla garanzia, il suggerimento è quello di dare un occhiata a come l'azienda che ha prodotto il vostro terminale tratta gli utenti che hanno avuto bisogno in passato dell'assistenza su dispositivi modificati a livello software.
Oltre a questo, permettere alle app di acquisire i permessi di root sul telefono potrebbe voler dire dare l'accesso completo a qualsiasi informazione/risorsa presente nel vostro dispositivo.
La regola più importante, nel dare i permessi di amministrazione alle app, è quella di sapere con precisione da dove vengono (chi le ha prodotte) e che cosa fanno.
Nè MS nè l'autore dell'articolo in ogni caso potrà essere ritenuto responsabile in caso di danni o furto d'informazioni.[/warning]
Ci sarebbe molto altro di cui parlare riguardo al modding su Android, probabilmente ne parlerò in altri articoli futuri.
Android è un sistema operativo molto versatile, ma i produttori vogliono che l'utente si comporti come tale e non gli danno i permessi di amministrazione sul proprio dispositivo. Perchè?
Il root è per convenzione l'utente amministratore sulle macchine Unix/Linux, quello che può gestire appieno il funzionamento della macchina e può mettere mano ai file di sistema.
Se l'utente non sa quello che sta facendo, con dei permessi simili potrebbe anche rimuovere dei file indispensabili per il corretto funzionamento del sistema, e niente potrebbe impedirglielo.
È quindi evidente la motivazione per cui i produttori non concedono volentieri i permessi di root ai propri clienti: in caso di danni, si rivolgerebbero a loro... e questo non è conveniente.
Per questo, chi vuole acquisire i permessi di root sul proprio terminale deve prendere atto che per qualsiasi danno a livello di sistema, potrà contare solo su sè stesso e sull'aiuto delle svariate comunità di appassionati per ripristinare le funzionalità del proprio telefono. E questo è giusto.
Per quale motivo dovremmo voler rootare il nostro terminale?
A parte il fatto di voler assumere il pieno controllo sul dispositivo quali possessori della macchina... il root ha un gran numero di vantaggi.
Quante volte avete acquistato un telefono e vi siete trovati preinstallate una quantità di applicazioni indesiderate, messe lì dal produttore... che rimangono aperte in background, mangiando risorse e affaticando la già limitata batteria?
Con il root potete rimuovere le applicazioni indesiderate installate dal produttore..
I più attenti si saranno accorti che tantissime applicazioni (in special modo quelle gratuite) chiedono accesso a funzionalità che non gli servono per erogarvi il servizio richiesto, ma che servono allo sviluppatore a rimpinguare i suoi database con i dati personali degli utilizzatori... (e qui sarebbe da aprire una parentesi sul valore delle informazioni su internet, ma si andrebbe troppo OT).
Con il root, potete negare permessi alle app, tramite procedure apposite.
Avete magari comprato un telefono che è il top della gamma che il mercato vi mette a disposizione, ma vi rendete conto di quanto il sistema operativo personalizzato dal produttore faccia inevitabilmente schifo rispetto all'Android stock che avete provato su un Nexus o su un telefono cinese top gamma.
Normalmente, l'utente si adatta e impara a farsi piacere la nuova interfaccia... ma se sui computer siamo in grado da tempo di installare diversi sistemi operativi, a nostra discrezione, su misura per le nostre esigenze... perchè mai non dovremmo essere in grado di farlo sui telefoni, che ormai sono diventati dei veri e propri PC da taschino?
Con il root, è possibile seguire procedure che permettono all'utente di cambiare il sistema operativo.
Oppure avete in corpo la rabbia di aver appena scoperto che il produttore del vostro telefono ha deciso di abbandonare lo sviluppo di aggiornamenti di sistema compatibili con il vostro telefono... anche se in realtà sapete che ne sarebbe in grado, perchè magari altri produttori che hanno telefoni con caratteristiche simili al vostro portano ancora avanti i lavori sul software, e continuano a fornire aggiornamenti ai loro clienti...
Con il root, potete decidere di liberarvi dalla dipendenza dagli aggiornamenti del produttore, e collaborare con la comunità che quasi sicuramente ha portato avanti lo sviluppo e fornisce aggiornamenti con frequenza addirittura giornaliera... di un sistema più veloce e che consuma meno batteria.
Questi sono solo alcuni dei vantaggi che il root porta con sè.
In pratica, ho solo scalfitto la superficie di quello che è il modding su Android.
Ma passiamo alla parte operativa.
Ora che sappiamo il "perchè", dobbiamo scoprire il "come".
Dalla nascita di Android, gli utenti hanno sfruttato falle (exploit) del sistema per scalare i permessi fino ad arrivare a prendere il controllo sui dispositivi.
Molte volte le falle erano a livello di Android puro, e non riguardavano le implementazioni dei vari produttori.
Esattamente come avviene sulle console, lo scopo è quello di sfruttare dei problemi del sistema per installare modifiche (software) non autorizzate.
Siccome le modifiche portano vantaggi anche agli utenti meno esperti, hacker e appassionati che lavorano sulle falle spesso fanno in modo che le loro scoperte siano sfruttabili tramite tool semplificati, spesso sotto forma di semplici programmi .apk da installare ed avviare.
Uno di questi, recentemente pubblicato, è Framaroot, che non richiede smanettamenti vari sul PC.
Si infila l'apk nella memoria del telefono, si installa... e si esegue.
Se la falla è presente, il root sarà servito in pochi attimi.
[D]http://www.nonsologaming.com/downloads.php?do=file&id=1190[/D]
[Warning]Il root in sè non è una procedura pericolosa, ma diverse aziende si rifiutano di riconoscere la garanzia ai dispositivi rootati, dato che il root mette l'utente nella situazione di poter mettere mano (e persino danneggiare) il software. Il ripristino di telefoni senza software è una spesa che alcune aziende non intendono sostenere.
Quindi, se volete rootare il telefono e ci tenete alla garanzia, il suggerimento è quello di dare un occhiata a come l'azienda che ha prodotto il vostro terminale tratta gli utenti che hanno avuto bisogno in passato dell'assistenza su dispositivi modificati a livello software.
Oltre a questo, permettere alle app di acquisire i permessi di root sul telefono potrebbe voler dire dare l'accesso completo a qualsiasi informazione/risorsa presente nel vostro dispositivo.
La regola più importante, nel dare i permessi di amministrazione alle app, è quella di sapere con precisione da dove vengono (chi le ha prodotte) e che cosa fanno.
Nè MS nè l'autore dell'articolo in ogni caso potrà essere ritenuto responsabile in caso di danni o furto d'informazioni.[/warning]
Ci sarebbe molto altro di cui parlare riguardo al modding su Android, probabilmente ne parlerò in altri articoli futuri.
Modificato da -CrAsH-