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http://images.nonsologaming.com/megaupload_chiuso.jpg Non ho fatto a tempo a pubblicare l'articolo riguardante il SOPA/PIPA e la censura del web che ci ritroviamo oggi a piangere la chiusura di uno dei network di file hosting più grandi che sia mai esistito, ovvero Megaupload e tutto il network Mega a lui annesso (Megavideo, Megalive etc...). Inutile dire chiaramente che tutti i pacchetti che avevamo caricato su MU (homebrew e software libero) sono ormai inaccessibili, compresa la maggior parte dei file caricati nell'area download di MS (proprio perchè ci appoggiavamo a megaupload per il caricamento). Non è possibile fare a meno di notare la chiave di ricerca suggerita da google "Megaupload chiuso" digitando solo le prime lettere del nome del sito di file hosting. Non posso fare a meno di pensare che se questo è l'inizio della fine dei siti di file upload perchè non sia la fine anche degli appena nati servizi di cloud hosting, primo fra tutti iCloud, che in sostanza offrono un servizio analogo, con un altro obiettivo, ma che possono comunque essere usati per scambiare file. Il colosso è caduto, ma la sua caduta ha fatto non poco rumore. Megaupload infatti si era negli anni fatto strada nella giungla dei miliardi di siti web esistenti arrivando ad essere il 72° sito più visitato al mondo, lasciando Megavideo al 174° posto (fonte delle statistiche: alexa.com) La scomparsa di Megaupload ha prodotto le reazioni più disparate tra gli utenti. Il gruppo di attivisti Anonymous ha preso la cosa molto sul serio, bloccando l'accesso tramite diversi attacchi DDoS ad una lunga lista di siti direttamente collegati con il SOPA o con il governo USA. Eccovi una breve lista degli obiettivi già colpiti: FBI.GOV USDOJ.GOV (Dipartimento Di Giustizia) USA universalmusic.com RIAA (Associazione Americana dell'industria Discografica) mpaa.org (Motion Picture Association of America) universalmusicmagazine.com copyright.gov Tutto questo fa parte dell'operazione improvvisata organizzata dal gruppo, battezzata #OpMegaupload. Essa farebbe parte di un operazione ben più ambiziosa, che loro stessi definiscono la prima Cyber Guerra Mondiale: https://twitter.com/#!/TheAnonMessage/status/160156249076404224 Diversi dei siti menzionati sopra nonostante questo appaiono alle 8:40 circa (ora italiana) visitabili senza problemi. L'attacco ha già perso la sua efficacia? Gli Anonymous hanno sopravvalutato le loro competenze? Oppure stanno dando un breve periodo di tregua ai suddetti siti in attesa di organizzare un attacco più complesso del semplice DDoS? Pagina Youtube ufficiale: TheAnonMessage
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http://images.nonsologaming.com/SOPA%20PSA.jpg Diableros ha segnalato nel forum un interessante articolo apparso sul blog Liberarchia.net di Daniele Florian, che ci ha gentilmente concesso la ripubblicazione. Ritengo che tratti l'argomento chiusura del network Mega sotto aspetti che non avevamo ancora considerato. Vista la completezza dell'articolo ho pensato di mantenerlo com'è. Potrebbe essere interessante farvi un giro sul blog nel quale questo articolo è apparso. Ciò che Dotcom aveva preannunciato era dunque un utilizzo ulteriore della piattaforma per distribuire prodotti audiovideodigitali in modo del tutto legale e regolando un sistema di pagamento diretto tra acquirente ed autore (seppur non siano del tutto chiare le modalità tecniche). Con questi dati alla mano torna in mente una vicenda risalente a dicembre scorso, riguardante un video pubblicato su YouTube nel quale artisti musicali del calibro di Alicia Keys e Snoop Dogg esprimevano supporto per la piattaforma di condivisione Megaupload. Poco tempo dopo il video fu oscurato a causa di un’ accusa sollevata da niente-di-meno-che la Universal Music Group, per altro con una manovra censoria di cui non sono chiare le dinamiche. Alla luce di tutto ciò dunque la chiusura di MegaUpload acquista un nuovo significato, e si colloca in un ampia critica alla vera natura delle attuali norme in materia di diritto d’ autore. Quello che Dotcom aveva capito è che la rete Internet, oltre che essere mezzo utile per la condivisione gratuita e a scopo personale di risorse, può offrire al giorno d’ oggi un nuovo modello di distribuzione, nel quale la tecnologia sia veicolo diretto di scambio tra produttore e acquirente svincolando così il processo da quella che Wark McKenzie definiva la “classe vettoriale”, lobbyes e case discografiche, ovvero coloro che fino ad oggi monopolizzavano la distribuzione di sapere aumentando quindi anche i costi di servizio ma senza aggiungere nulla al contenuto artistico dell’ opera. Per di più multinazionali e major stanno acquistando al giorno d’ oggi sempre più potere politico, tanto da spingere il governo Obama in un azione internazionale coinvolgendo addirittura l’ FBI! Le regole vigenti in termini di proprietà intellettuale inoltre, non sono più da considerarsi garanti dell’ autore, bensì subdolo mezzo con cui il mondo economico tiene in ostaggio quello artistico. Come detto inizialmente, questo maxi-blitz poliziesco certo non porterà alla fine dello streaming, anzi forse lo potenzierà facendo sì che questo trovi nuovi mezzi e nuove strategie comunicative; il Mondo, per quanto qualcuno ne sia dispiaciuto, si sta evolvendo, e la strada della condivisione multimediale troverà sempre nuovi sbocchi da cui ripartire. Tutto ciò che il mondo istituzionale deve fare è rinunciare all’ inutile repressione e cominciare a pensare a nuovi modelli di produzione, di scambio e di commercio, svincolati dalle pratiche fittizie fino ad oggi portate avanti, accondiscendenti del fatto che le nuove tecnologie hanno modificato per sempre la struttura sociale. Ciò che resta da fare a noi, d’ altra parte, è predisporsi alla difesa dell’ informazione e all’ organizzazione di nuovi modelli produttivi, le cui forme sono tutte da scoprire. via
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