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Il titolo, sviluppato da Panache Digital Games e pubblicato da Private Division, ha come designer Patrice Désilets, uno dei padri di Assassin's Creed. Per il momento Ancestors: The Humankind Odyssey è disponibile unicamente su PC (piattaforma Epic Games) ma sarà disponibile per PlayStation 4 e Xbox One a dicembre 2019. [video=tNz6q5Zp48E] Ritornando indietro nella storia Ancestors, come detto, ci riporta indietro di diversi milioni di anni. Quel che non abbiamo detto, però, è il tipo di gioco che vi ritroverete davanti quando per la prima volta deciderete di catapultarvi nelle insidie della evoluzione umana. Si tratta di un titolo che mira al realismo e che proprio per questo è incredibilmente ostico non solo a livello concettuale, ma anche pratico. I comandi sono spesso legnosi e difficili da [img s=medium p=right]https://cdn.gorillahouse.net/gamelite/gallery/1544/ancestors-the-humankind-odyssey-1108240625.jpg[/img]padroneggiare, così come difficile è capire ciò che davvero si deve fare all'interno del gioco per poter progredire. Gli sviluppatori, infatti, hanno scelto volutamente (come esplicitato in fase iniziale, alla fine del video introduttivo) di lasciare il giocatore solo, senza aiuti e senza le "classiche" missioni da svolgere. Un survival nudo e crudo, che porta il giocatore a muoversi mosso dall'istinto, dalla creatività e dalla curiosità. Tutto inizia con l'unico aiuto che avremo a disposizione e che durerà, al massimo, una manciata di minuti. Si tratta di un tutorial che segue un video introduttivo, che ci metterà nei panni di un piccolo primate chiamato a fuggire dal pericolo per raggiungere il proprio clan. Questo escamotage permette al giocatore di poter prendere un minimo confidenza con i tasti, fondamentale affinché in fase d'esplorazione possa dare sempre il meglio per fuggire dai moltissimi pericoli che si annidano all'interno della giungla africana. Terminato il tutorial e ricongiunto il cucciolo con gli adulti e gli anziani, si sarà effettivamente davvero soli. Da lì in poi non ci saranno più mainquest, così come neanche missioni secondarie. L'unico obiettivo che ci dobbiamo porre è quello di far evolvere i primati nella specie umana e per farlo sarà necessario compiere nuovamente tutte quelle che adesso potrebbero essere banalità (chiaramente in ottica moderna) ma che invece a quel tempo furono scoperte incredibili. [land]https://cdn.gorillahouse.net/gamelite/gallery/1544/ancestors-the-humankind-odyssey-1954141394.png[/land] L'esplorazione alla base dell'evoluzione Il piatto forte del titolo è sicuramente la fase di esplorazione, condita da un openworld decisamente grande capace di nascondere al suo interno sia insidie di ogni tipo, sia segreti da scoprire. Nei panni di una scimmia, che potremo cambiare a nostro piacimento tra quelle che compongono il nostro clan, saremo chiamati a esplorare la giungla africana, quindi ad utilizzare gli elementi che caratterizzano il mondo di gioco. Gli elementi a cui vien più facile pensare sono i salti e le scalate, difatti nei panni dei primati sarà nelle nostre possibilità saltare di albero in albero, aggrappandosi a rami e liane. La giungla, se percorsa a terra, è infatti molto più pericolosa rispetto a ripararsi tra gli alberi e condurre l'esplorazione da un livello superiore. [img s=medium p=right]https://cdn.gorillahouse.net/gamelite/gallery/1544/ancestors-the-humankind-odyssey-1592680804.jpg[/img]Certo, pensare che tra gli alberi si possa essere sempre al sicuro è un errore assurdo, ma certo si può affermare d'esser maggiormente al riparo da molti dei predatori, soprattutto nella fase iniziale. Ma di cosa si compone davvero l'esplorazione, oltre che di saltare di albero in albero? Utilizzare i propri sensi per stuzzicare la memoria e imparare, essenzialmente, cose nuove. Premendo un tasto è infatti possibile attivare i sensi del primate e, con un secondo, scegliere quale utilizzare; i maggiori sensi da poter usare in fase esplorativa sono l'udito e l'olfatto. L'udito permette soprattutto di percepire i rumori che sono attorno a noi, quindi di capire se nelle vicinanze si trova un pericolo o meno. Grazie all'udito, ad esempio, sarà possibile capire se un serpente sta strisciando verso di noi, o comunque se si trova nei nostri pressi, permettendoci così di capire se sarà possibile esplorare quell'area in assoluto relax o meno. Percepire un rumore e capire quale sia la sua fonte farà sì che, in futuro, si possa riconoscere da subito il pericolo, senza ogni volta utilizzare la "concentrazione" per capire di quale pericolo si stia trattando. Stuzzicare la memoria, oltre ad avere un impatto positivo sul gioco (aiutandoci a capire subito dove e quali siano i pericoli attorno a noi, ma anche le aree di interesse), stimola i neuroni, che sono alla base dell'evoluzione che siamo chiamati a percorrere. L'altro senso molto importante è l'olfatto, grazie a cui è possibile capire quali sono le aree di interesse e, una volta raggiunte, memorizzarle. Le aree di interesse possono essere di vario tipo, ma all'inizio saranno soprattutto cibo, aree di raccolta e di pesca. Memorizzare dove poter trovare rocce, ossidiana, cocchi, funghi e molto altro ancora può diventare importante. L'evoluzione a portata di click Svolgendo le molte azioni all'interno del gioco il nostro primate imparerà sempre nuove cose, stimolando i neuroni. Ci sono vari tipi di neuroni, quelli legati ai sensi, al moto e molto altro ancora.[img s=medium p=right]https://cdn.gorillahouse.net/gamelite/gallery/1544/ancestors-the-humankind-odyssey-1494504956.jpg[/img] Fare un'azione comporta un incremento in quella determinata area di influenza, il che ci permetterà successivamente di avere più punti per sbloccare le skill corrispettive. Può sembrare complicato, per questo vi faremo un esempio. Ponete il caso di essere dei grandissimi esploratori e di aver mappato gran parte dell'area circostante, in tal caso per farlo avrete utilizzato tantissimo i vostri sensi, tra cui l'udito e l'olfatto. Avendo utilizzato spesso i sensi, i neuroni legati al miglioramento dei sensi sarà alto, per cui avrete a disposizione un gran numero di "punti" da poter spendere per sbloccare le skill legate ai sensi. Per sbloccare le skill altro non dovrete fare che recarvi nel luogo in cui dimora il vostro clan, quindi adagiarvi su di un giaciglio e dare il via allo sblocco dei punti. Per sbloccare le skill si apre, appunto, un albero delle abilità. A nostro piacimento, man mano, ci sarà data la possibilità di sbloccare elementi fondamentali per la crescita dei nostri primati. Tra le varie scelte, ad esempio, ci sono elementi importanti come la capacità di saper utilizzare entrambe le mani (inizialmente usano solo la principale), affinare l'olfatto, muoversi su due gambe e così via. Solo grazie a questi miglioramenti l'evoluzione potrà progredire, quindi è importante cercare di interagire con la maggior parte del mondo di gioco, al fine di stimolare sempre più i neuroni legati alla crescita dei nostri antenati. Per far sì che tutta la progenie futura possa beneficiare di questi nuovi cambiamenti, sarà necessario "evolversi". Dare il via a diversi stadi di evoluzione all'interno del gioco sarà fondamentale per permettere di avere un clan sempre all'altezza dei molti pericoli della giungla africana. Scoperte non così scontate Il bello di Ancestors è senza dubbio il fatto che ti lascia da solo davanti a tutto ciò che potrebbe sembrare banale, ma che poi così tanto banale non è. Non ci sono aiuti di alcun tipo, neanche quando ci troviamo di fronte la necessità di dare vita ai più classici strumenti della storia dell'uomo. Sbloccando la seconda mano, infatti, ci sarà la possibilità di modificare gli elementi base che è possibile ottenere grazie all'esplorazione, come ad esempio l'ossidiana, i rami secchi, altro tipo di rocce, cocchi e così via. Un esempio classico può essere rappresentato dal cocco: per poter essere fonte di cibo è necessario renderlo tale. Ecco che quindi il giocatore è chiamato ad interagire con il cocco, sfruttando tutti gli elementi in suo possesso. Questo perché, come detto più volte, il meccanismo che si cela dietro ogni aspetto non è automatico, anche se magari banale. Gli elementi con cui poter interagire sono davvero molti e ogni scoperta effettuata viene ben segnalata in alto. [video=4E1jVWUMQiA]
  25. Dopo un grande successo da parte di Ultimate Fishing, i ragazzi di Ultimate Games S.A. hanno deciso di rilasciare un secondo titolo, in maniera tale da aggiungere nuove funzioni e, al contempo, renderlo anche molto più al passo con i tempi. Chiariamoci, il primo titolo non ha nulla di troppo datato dal punto di vista della grafica o del gameplay, ma sicuramente la necessità -e la volontà- è stata quella di dare una vera e propria scossa. Un cambiamento che si potesse avvertire e che andasse oltre il rilascio di DLC che, comunque, è stato molto gradito. Ultimate Fishing Simulator poteva vantare sin dall'avvio di un parco ittico davvero interessante, aumentando a dismisura dall'inserimento di DLC che andavano ad aggiungere non soltanto nuovi tipi di pesci, ma anche locations davvero interessanti da ammirare e da "esplorare". Ultimate Fishing Simulator 2 è in realtà abbastanza differente dal suo precedessore, cambiamento che si può avvertire sin dal primo avvio. Il fatto che per pescare si abbia bisogno del tutorial anche dopo aver giocato ore e ore sul primo, la dice lunga sui cambiamenti che hanno interessato il gameplay. Eppure, c'è un elemento che gli sviluppatori hanno volutamente lasciato inalterato: la semplicità del titolo. Nonostante infatti UFS sia un gioco parecchio simulativo, non è quasi mai punitivo verso le scelte del giocatore. In altre parole, non è mai frustrante da giocare, anche quando si va a dare la caccia ai pesci più difficili e ardui da tirar su con la propria canna da pesca. Sei mappe molto varie tra loro Se avete avuto modo di leggere la recensione che scrivemmo di Ultimate Fishing Simulator, quindi qualche anno fa, avete notato come una critica che abbiamo mosso fosse legata alle poche mappe disponibili. Ebbene, anche in questo caso [img s=medium p=right]https://cdn.gorillahouse.net/gamelite/gallery/2198/925348189-ultimate-fishing-simulator-2.jpg[/img]dobbiamo puntare il dito contro il gioco che, addirittura, va a ridurle. Sei mappe sono poche, troppo poche, anche se rimane evidente che saranno aumentate notevolmente con il progressivo rilascio dei DLC. Il problema di fondo rimane che, allo stato attuale e quindi in attesa che vengano rilasciati questi DLC, il gioco risulta essere piuttosto ridondante nelle fasi avanzati del titolo, questo perché le locations sono poche. C'è da dire, però, che la possibilità di cambiare sin dal menù l'orario di pesca e il clima rende queste mappe molto dinamiche, permettendo di dare la caccia a pesci sempre differenti. La prima mappa che incontriamo (escludendo quella di tutorial) è il Jackson County, negli Stati Uniti e più precisamente nel Wyoming. Il Jackson National Park offre la possibilità di utilizzare sin da subito diversi stili di pesca, così da permettere al giocatore di variare stile di gioco e quindi divertirsi da subito, senza dover necessariamente attendere lo sblocco di fasi successive. Quali sono i pesci che più si incrociano nella fase iniziale del titolo? Indubbiamente l'immancabile trota (nella sua variante iridea), il Persico sole, la Perca gialla e il Luccio americano. In realtà ci sono anche altre numerose specie di pesci pescabili all'interno del Jackson National Park, ma questi elencati sono probabilmente quelli che più si ha modo di tirar su con la propria canna. Le altre mappe sono Zalasie (sulle rive del lago Gilwa), il paesaggio montuoso della Slovacchia, il canale di Kiel (che collega il Mar Baltico al Mar del Nord), la Russia nella sua estremità meridionale della Kamcatka e infine la Tailandia. Progressione del personaggio Proprio come nel precedente titolo, anche qua la progressione del personaggio è sviluppata su livelli. Man mano che si pescano pesci aumenta il proprio livello, il quale permette di sbloccare nuovi oggetti al negozio (fondamentali per poter pescare i pesci più grossi e potenti) ma anche abilità con cui migliorare la battuta di pesca. Ogni volta che si pesca un pesce, il gioco ci mette di fronte alla possibilità o di far soldi, oppure di guadagnare esperienza rilasciandolo. In questo sembrerebbe essere identico al passato, se non fosse che si aggiunge un elemento nuovo: metterlo all'interno dell'acquario.[img s=medium p=right]https://cdn.gorillahouse.net/gamelite/gallery/2198/760022510-ultimate-fishing-simulator-2.jpg[/img] Quando si decide di mettere un pesce all'interno dell'acquario, non scegliamo un qualcosa di puramente estetico. Certo, avere dei pesci nell'acquario di casa (che è interamente visitabile) crea un colpo d'occhio notevole, ma il senso di utilizzare l'acquario è per "crescere" le proprie catture. In altre parole, è possibile catturare -per esempio- un salmone rosso e metterlo nell'acquario, in maniera tale che dandogli cibo e facendo passare del tempo, il pesce possa aumentare di peso e quindi anche di valore. Poi, una volta incrementato il valore, venderlo a molto più di quando non avremmo guadagnato vendendolo subito. Interessante, vero? Altra cosa abbastanza evidente in cui differisce UFS 2 è il sistema di progressione, che è infinitamente più lento di quanto non sia invece nel titolo passato. Se in UFS era fattibilissimo sbloccare nell'arco di una giornata tantissime locations, raggiungendo anche livello abbastanza alti, in questo titolo successivo è praticamente impossibile. I pesci catturati danno veramente poca esperienza, il che si traduce nella necessità di pescarli in grandi quantità prima di poter effettivamente avere il level-up del personaggio. Sistema di pesca Beh, non possiamo davvero andare avanti in questa anteprima senza citare il sistema di pesca. La cosa più istintiva che viene in mente di fare è di paragonarlo a UFS, così da rilevarne immediatamente le differenze. Iniziamo con il dire che UFS si faceva amare per il suo stile semplice ma al contempo profondo, che mirava a far pescare tanto e incrementare così il divertimento del giocatore. UFS 2 in questo senso mantiene queste premesse, andando però ad aumentare leggermente l'asticella della difficoltà, andando a premiare quello che è l'equipaggiamento utilizzato. Per pescare pesci molto grandi è adesso effettivamente necessario ammodernare di tanto in tanto i propri oggetti, quali la canna da pesca, la lenza, l'amo e così via. L'attenzione agli strumenti utilizzati diventa quindi maggiormente d'impatto rispetto al passato, andando a dare un valore aggiunto ai soldi che si guadagnano dalle battute di pesca. Passando invece ai meccanismi effettivi, balza all'occhio come l'impianto sia stato mantenuto semplice e immediato. Combattere con un pesce è semplice ma appagante, con la necessità di capire quando è il momento di assecondarlo e quando invece il momento di tirarlo verso di sé, magari strattonandolo. Se i pesci più piccoli offrono sfide abbastanza limitate, quelli più grossi possono dar vita a combattimenti lunghi e dispensiosi, capaci di tenere con il fiato sospeso fin quando la preda non è abbastanza vicina alla propria posizione, facendo sbucare la possibilità di tirarlo del tutto fuori dall'acqua. Tutti i comandi essenziali per pescare sono brillantemente riassunti in una specie di tendina laterale che, premendo un tasto, è possibile consultare in ogni momento. In ogni caso qualsiasi funzione è facile da raggiungere e da utilizzare, andando appunto a centrare il gioco su altri aspetti e non sulla necessità di padroneggiare il sistema di pesca. Meglio così, no? Molto più... social Ecco, la grande ventata di novità UFS 2 la porta a livello di "social". Già il precedente titolo aveva previsto qualcosa in merito, con la possibilità di vedere il pescato degli altri giocatori nella stanza di gioco, senza però effettivamente la possibilità di interagirvi più di troppo. Ma, tolto questo, c'era davvero ben poco da fare. In UFS 2 l'interazione con gli altri giocatori continua a rimanere abbastanza basilare, ma quel che colpisce è l'impianto che vi struttura attorno, con la possibilità di partecipare a tornei e sfide che si aggiornano quotidianamente, o comunque a grande velocità. I tornei multigiocatore sono un qualcosa di incredibilmente interessante e divertente, il momento perfetto per mettersi in gioco e tentare di capire se le proprie tecniche di pesca sono sufficientemente corrette oppure se è necessario cambiarlo, migliorandole. E poi, ovviamente, c'è sempre la componente "fortuna" che permette di rendere ogni torneo una storia a sé. Commento del redattore Con UFS 2 gli sviluppatori hanno fatto i passi in avanti che ci si aspettava, senza però -per fortuna- stravolgere quella che è stata l'ossatura del precedente titolo. Ci sono molte cose da rivedere, ma per fortuna parliamo di un titolo ancora incompleto e che gli sviluppatori stessi stanno mandando avanti, sicuramente con qualche asso nella manica ancora da sfoderare. La mancanza più grande, al momento, sembra essere a livello di contenuti. Ok la scelta, magari, di rilasciare DLC numerosi e corposi, ma allo stato attuale il gioco base è fin troppo risicato e rischia di diventare facilmente ridondante. Il fatto che la progressione del personaggio sia molto lenta aiuta a non vedere moltissimo questa pecca, ma alla lunga la problematica emerge in tutta la sua pericolosità. Negli altri campi, specialmente in quello multigiocatore, il gioco ha fatto il balzo in avanti richiesto. I tornei sono un qualcosa di incredibilmente divertente, che permette al giocatore di non cimentarsi sempre contro il gioco. Un modo divertente per misurarsi con gli altri, andando ad accentuare un elemento competitivo che, in uno sport come la pesca, è alla base di tutto.   [video=tYBUb5-85a0]
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